"Come fai a passare tanto tempo su Greenfield se non sai andare a cavallo?"
Jack ha l'invidiabile capacità di ridurre le cose all'essenziale. Le ho detto che la vedo come una persona dalla quale, in un modo o nell'altro, c'è da imparare. La risposta è stata che non è vero, che non ha niente da insegnare. Ciononostante, qualche minuto dopo si è offerta di insegnarmi a cavalcare. Avrei voluto dirle: "Hai visto che non è vero quello che hai detto?". Non l'ho fatto. Per qualche strano miracolo, sono riuscita a mordermi la lingua e a tenere la cosa per me. Credo di aver voluto evitare che quel piccolo spiraglio che si è aperto si richiudesse rumorosamente.
Ci siamo incontrate al Crazy Horse Saloon. Ol'Mike suonava e noi parlavamo. Non crede in certe cose e mi sono sentita triste per lei. Lei, di contro, deve avermi vista come un'illusa. Non è una gara a chi ha ragione. Forse lei, forse io. Magari, però, è una di quelle situazioni in cui la verità sta nel mezzo. Il punto è che c'è sempre più di quello che sembra. In ognuno di noi. E' forse per questo che provo una sorta di bizzarra affinità con questa donna dura e inflessibile: perché c'è qualcosa di più.
Per certi versi mi ricorda Electra.
Abbiamo fatto notte. Ha davvero iniziato a insegnarmi i rudimenti dell'equitazione. C'è sempre più di quello che sembra. In ognuno di noi. Mi ha lasciata con queste parole: "Credo in quello che ti ho detto. Forse, però, non è sempre vero. Magari non lo sarà per te. Te lo auguro".
Era sincera.
Mi darà altre lezioni.
Chissà. Forse riuscirò a capirla meglio. Forse riuscirò a imparare altro, da lei, oltre che andare a cavallo.
Me lo auguro.
Sono stesa nel letto, al saloon, ci siamo lasciate da pochi minuti, e pensando a lei mi trovo a rimpiangere di non averla avuta a fianco durante la guerra.
E' l'incarnazione del "nessuno viene lasciato indietro". Un motto che è valido in molti sensi.
Jack Rooster.
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