domenica 27 maggio 2012

Fiamme verdi

Sono ferma in mezzo a una folla. Piccole formiche indaffarate. Osservo da lontano. Mughain parla con una donna. Osservo da lontano. Come se avesse bisogno della mia protezione. Alla fine non resisto e le mando
una comunicazione cortex, è da troppo tempo che non le parlo. Riesco a trascinare lei e la sconosciuta in un gioco a rimpiattino in mezzo all'hangar di Hall Point.
E' divertente, soprattutto perché immagino i suoi commenti.
La sconosciuta, adesso vedo che ha i capelli rossi, dev'essere un tipo notevole se Mugh ci parla così tranquillamente. Si presenta con un ghigno divertito, una pistola spianata e una parola: bang.
E io pensavo di essere strana. Si chiama Electra Williams.

Dettagli insignificanti assumono significati profondi, enormi, in maniera del tutto inaspettata.
E' per questo che bisognerebbe cercare di avere considerazione di tutto: non sai mai quando qualcosa attraverserà nuovamente la tua vita.
Karma.

Hall Point. Ancora. Ancora la donna dai capelli rossi. Ancora Electra. Ha un carattere che non invoglia a fare conversazione con lei.
Eppure... C'è qualcosa, nascosto sotto la superficie. La profondità quieta di un mare altrimenti in tempesta. Qualcosa che filtra attraverso alcune piccole crepe che la nostra chiacchierata ha aperto per qualche istante nella sua dura e ruvida scorza. Ha sofferto. Per amore. Ha sofferto per delle perdite. Ha sofferto e la cosa me la fa sentire vicina. Se ne va e la osservo a lungo, anche quando non c'è più, cercando di capire qualcosa.

Ha gli occhi verdi. Brucianti. Intensi. Vivi.

Greenfield, la Quercia Nera. Questo posto ha qualcosa di speciale. Questo gigante antico e solenne sembra riuscire a dare al posto un qualcosa che non saprei definire. Magico, forse. Non so. So solo che riesce a comunicarmi una serenità che non riesco a trovare in altri posti.
Arriva Wolfe. Vuole sapere di Rachel Adams. Mi sento a disagio. E' intelligente e passabilmente educato, ma privo di elasticità mentale, e come tutti gli Alleati convinto che l'Alleanza sia tutto. Non posso dire di odiarlo, ma non mi piace.
Arriva dal ponte. La vedo. Per un istante ho l'assurda convinzione che sia lì per me. Mi sento stupida ad averlo solo pensato, probabilmente non si ricorderà nemmeno chi sono, ma anche stranamente euforica. Mi sento piacevolmente stupita quando mi smentisce: si ricorda eccome.
Wolfe chiede di Rachel Adams anche a lei. Affronta la discussione come se fosse un duello verbale. Non so perché noto così tanti dettagli e proprio in questo momento. La linea delle spalle, la curva delle labbra, la posizione delle gambe...
Sono una bugiarda. Lo so. Ho paura di saperlo. E di ammetterlo.
Rimaniamo sole. Parliamo. E suono per lei. Mi sento stupida. Sono tornata dall'orfanotrofio. Glielo dico. La cosa sembra colpirla e mi dice che vuole saperne di più. Mi fa una confidenza. Suo padre suonava un'armonica come la mia. Ha ricevuto una promozione. Le farò un regalo.

Quegli occhi...

Il regalo è arrivato a destinazione. Ho avuto una paura folle di essere scivolata nuovamente in un abisso. Ha mandato un messaggio.

"Ho appena ricevuto la tua roba... dì un po', Zorra... ci stai provando?
E.W."

Sì, maledizione, lo sto facendo!

"Mh. Dovremmo parlarne di persona... suppongo.
E."

Ho paura. 

Ancora Greenfield. Ancora la Quercia Nera. Ancora quegli occhi, ancora lei. E' bella, dei... Parliamo, ma faccio fatica ad ascoltare e a parlare. E' bella. Parliamo. Il mio mondo inizia a implodere. Ancora. Di nuovo.
E' bella da fare male. Inizio a sbagliare. Dico stupidaggini. Faccio stupidaggini. Mi preparo a scivolare in quell'abisso. Questa volta non ne uscirò, non ce la faccio.

Inizio a perdermi. I pensieri sono schegge impazzite. Un temporale violento dentro di me. Vorrei sparire. Eclissarmi. Non sentire.
Stupida. Non avevo capito niente di niente.
E' spaventata quanto me. Una bella coppia, non c'è che dire. Coppia, questa parola ha un bel suono. Andiamo via col suo cavallo, sono seduta davanti a lei. Mi sento protetta, in un posto sicuro. Mi stringe a sè. Mi sento una principessa delle fiabe.
Per la prima volta da tanto tempo sono assolutamente serena.
La adoro.

Quegli occhi sono le fiamme a cui posso scaldarmi senza paura di rimanere bruciata.

Ordine

Troppo da dire. Pensieri si affollano nella mente e premono tutti insieme per uscire.
Dovrei fare ordine come in una vecchia soffitta. Buttare via le cose che non servono e tenere soltanto quelle veramente utili.
Ho paura, però, che possa voler dire rinunciare a una parte di me stessa.
Siamo la somma delle nostre esperienze: rinunciare a una di esse, provare a cancellarne il ricordo, ammesso che sia possibile, non ci rende meno di quello che siamo diventati?

Cercherò di mettere ordine. Tutto sommato, forse, questo diario avrà la sua utilità.

giovedì 24 maggio 2012

Frammenti

E' da tanto tempo che non mi prendo la briga di tenere un diario o qualcosa che gli assomigli. Credevo di aver perso l'abitudine, di non ricordare come fare. Adesso che mi sono decisa, mi rendo conto che non è così facile come sembra. Scrivere ti costringe a pensare. E a ricordare. New London, Claire, mio padre, la guerra e quello che è venuto dopo. Frammenti.
Dovrei arrendermi, forse l'ho fatto e non me ne rendo conto, e invece cerco ancora qualcosa. Quando penso di averla trovata la vedo scivolare tra le mie mani come acqua. Ecco. Sono queste le occasioni in cui dovrei fermarmi, sbarrare le porte e lasciare fuori l'intero dannatissimo Verse. Non lo faccio. Non ci riesco. Non so se si tratti di stupidità, ingenuità o paura.
Sicuramente non è possibile, non più, da quando ho deciso di farmi carico dell'orfanotrofio.
Qualcuno deve badare a quei figli dimenticati della guerra. Mi sono assunta questo onere per buon cuore o per lavarmi l'anima da qualcuno dei peccati che ho commesso? Non sono certa di voler conoscere la risposta. Non la cercherò. Non sono sicura di poterla accettare: ne in un caso ne nell'altro.
So che è per loro che sono tornata a girovagare per il Verse.
La collaborazione con Murdoch nel rapimento di Heisenberg. E' stato un pessimo inizio. Qualcosa, però, si è sistemato. Qualcosa è cambiato.
Mughain.
Lydia.
Amelie.
I Phantom Contractors.
Jack.
Donna.
Miss Roonamei.
Doc Ritter.
Electra.
E tanti altri. Da ognuno di loro ho preso qualcosa, anche se non lo sanno e non era nelle loro intenzioni di dare alcunché. E' così, però: nel bene o nel male i rapporti con il prossimo danno o tolgono qualcosa.