giovedì 24 maggio 2012

Frammenti

E' da tanto tempo che non mi prendo la briga di tenere un diario o qualcosa che gli assomigli. Credevo di aver perso l'abitudine, di non ricordare come fare. Adesso che mi sono decisa, mi rendo conto che non è così facile come sembra. Scrivere ti costringe a pensare. E a ricordare. New London, Claire, mio padre, la guerra e quello che è venuto dopo. Frammenti.
Dovrei arrendermi, forse l'ho fatto e non me ne rendo conto, e invece cerco ancora qualcosa. Quando penso di averla trovata la vedo scivolare tra le mie mani come acqua. Ecco. Sono queste le occasioni in cui dovrei fermarmi, sbarrare le porte e lasciare fuori l'intero dannatissimo Verse. Non lo faccio. Non ci riesco. Non so se si tratti di stupidità, ingenuità o paura.
Sicuramente non è possibile, non più, da quando ho deciso di farmi carico dell'orfanotrofio.
Qualcuno deve badare a quei figli dimenticati della guerra. Mi sono assunta questo onere per buon cuore o per lavarmi l'anima da qualcuno dei peccati che ho commesso? Non sono certa di voler conoscere la risposta. Non la cercherò. Non sono sicura di poterla accettare: ne in un caso ne nell'altro.
So che è per loro che sono tornata a girovagare per il Verse.
La collaborazione con Murdoch nel rapimento di Heisenberg. E' stato un pessimo inizio. Qualcosa, però, si è sistemato. Qualcosa è cambiato.
Mughain.
Lydia.
Amelie.
I Phantom Contractors.
Jack.
Donna.
Miss Roonamei.
Doc Ritter.
Electra.
E tanti altri. Da ognuno di loro ho preso qualcosa, anche se non lo sanno e non era nelle loro intenzioni di dare alcunché. E' così, però: nel bene o nel male i rapporti con il prossimo danno o tolgono qualcosa.

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