una comunicazione cortex, è da troppo tempo che non le parlo. Riesco a trascinare lei e la sconosciuta in un gioco a rimpiattino in mezzo all'hangar di Hall Point.
E' divertente, soprattutto perché immagino i suoi commenti.
La sconosciuta, adesso vedo che ha i capelli rossi, dev'essere un tipo notevole se Mugh ci parla così tranquillamente. Si presenta con un ghigno divertito, una pistola spianata e una parola: bang.
E io pensavo di essere strana. Si chiama Electra Williams.
Dettagli insignificanti assumono significati profondi, enormi, in maniera del tutto inaspettata.
E' per questo che bisognerebbe cercare di avere considerazione di tutto: non sai mai quando qualcosa attraverserà nuovamente la tua vita.
Karma.
Hall Point. Ancora. Ancora la donna dai capelli rossi. Ancora Electra. Ha un carattere che non invoglia a fare conversazione con lei.
Eppure... C'è qualcosa, nascosto sotto la superficie. La profondità quieta di un mare altrimenti in tempesta. Qualcosa che filtra attraverso alcune piccole crepe che la nostra chiacchierata ha aperto per qualche istante nella sua dura e ruvida scorza. Ha sofferto. Per amore. Ha sofferto per delle perdite. Ha sofferto e la cosa me la fa sentire vicina. Se ne va e la osservo a lungo, anche quando non c'è più, cercando di capire qualcosa.
Ha gli occhi verdi. Brucianti. Intensi. Vivi.
Greenfield, la Quercia Nera. Questo posto ha qualcosa di speciale. Questo gigante antico e solenne sembra riuscire a dare al posto un qualcosa che non saprei definire. Magico, forse. Non so. So solo che riesce a comunicarmi una serenità che non riesco a trovare in altri posti.
Arriva Wolfe. Vuole sapere di Rachel Adams. Mi sento a disagio. E' intelligente e passabilmente educato, ma privo di elasticità mentale, e come tutti gli Alleati convinto che l'Alleanza sia tutto. Non posso dire di odiarlo, ma non mi piace.
Arriva dal ponte. La vedo. Per un istante ho l'assurda convinzione che sia lì per me. Mi sento stupida ad averlo solo pensato, probabilmente non si ricorderà nemmeno chi sono, ma anche stranamente euforica. Mi sento piacevolmente stupita quando mi smentisce: si ricorda eccome.
Wolfe chiede di Rachel Adams anche a lei. Affronta la discussione come se fosse un duello verbale. Non so perché noto così tanti dettagli e proprio in questo momento. La linea delle spalle, la curva delle labbra, la posizione delle gambe...
Sono una bugiarda. Lo so. Ho paura di saperlo. E di ammetterlo.
Rimaniamo sole. Parliamo. E suono per lei. Mi sento stupida. Sono tornata dall'orfanotrofio. Glielo dico. La cosa sembra colpirla e mi dice che vuole saperne di più. Mi fa una confidenza. Suo padre suonava un'armonica come la mia. Ha ricevuto una promozione. Le farò un regalo.
Quegli occhi...
Il regalo è arrivato a destinazione. Ho avuto una paura folle di essere scivolata nuovamente in un abisso. Ha mandato un messaggio.
E.W."
Sì, maledizione, lo sto facendo!
"Mh. Dovremmo parlarne di persona... suppongo.
E."
Ho paura.
Ancora Greenfield. Ancora la Quercia Nera. Ancora quegli occhi, ancora lei. E' bella, dei... Parliamo, ma faccio fatica ad ascoltare e a parlare. E' bella. Parliamo. Il mio mondo inizia a implodere. Ancora. Di nuovo.
E' bella da fare male. Inizio a sbagliare. Dico stupidaggini. Faccio stupidaggini. Mi preparo a scivolare in quell'abisso. Questa volta non ne uscirò, non ce la faccio.
Inizio a perdermi. I pensieri sono schegge impazzite. Un temporale violento dentro di me. Vorrei sparire. Eclissarmi. Non sentire.
Stupida. Non avevo capito niente di niente.
E' spaventata quanto me. Una bella coppia, non c'è che dire. Coppia, questa parola ha un bel suono. Andiamo via col suo cavallo, sono seduta davanti a lei. Mi sento protetta, in un posto sicuro. Mi stringe a sè. Mi sento una principessa delle fiabe.
Per la prima volta da tanto tempo sono assolutamente serena.
La adoro.
Quegli occhi sono le fiamme a cui posso scaldarmi senza paura di rimanere bruciata.