E' più facile distruggere che costruire qualcosa. Meno tempo. Meno risorse. Meno impegno.
Electra, per esempio, ha distrutto il rapporto che c'era tra di noi. Vuole ricostruirlo. Non capisce che è qualcosa che, ammesso sia possibile, richiede tempo e impegno. Un passo avanti e tre indietro.
Tutto ciò sparisce di fronte alla tragedia che si è abbattuta su Greenfield. Anni a costruire, pochi giorni per distruggere. Il numero delle vittime non è ancora stato diramato, ma fossero anche soltanto due sarebbero sempre due di troppo.
Arroganti. Viaggi nello spazio. Navi all'avanguardia. Tecnologia a profusione. E tutto ciò non serve a niente. Siamo sempre in balia della natura. Arroganti. E' solo di fronte a questi disastri che ricordiamo quanto poco siamo. E tra non molto torneremo a dimenticarlo. Fino alla prossima volta.
Non mi sono mai vergognata di me stessa come in questi giorni. Hall Point non è un ente benefico. Per conto della proprietà abbiamo venduto medicinali a prezzo maggiorato ai vari presidi ospedalieri. Mi sono vergognata. Ho fatto un versamento anonimo e ho corso qua e là tra una consegna e l'altra per conto dello skyplex per cercare di fare quel che potevo per dare una mano. E' stato per altruismo, perché era la cosa giusta da fare, o per lavarmi in qualche modo la coscienza?
Chissà, magari entrambe le cose.
Ho incontrato Jack. Figurarsi se non sarebbe stata in prima linea a fare la propria parte. Mi sono fermata ad aiutarla. Pensavo che mi avrebbe picchiato il martello in testa, invece, ancora una volta, mi ha stupita. Abbiamo parlato, ma non sono riuscita a dirle proprio tutto quello che avrei voluto. Per paura. Della risposta. Di rovinare tutto. Della perdita.
Almeno una cosa sono riuscita a dirgliela e cioè che quella volta su Hall Point ho avuto paura di averla persa.